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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/356

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356 g. sercambi

sposa prese il panno che Fedrigo li avea dato, e forte fregando, parendo a Fiorita megliorare, e come alquanto l’ebbe fregato, li stormenti cominciarono a sonare. Fiorita dice: «E’ suona, andiamo a ballare». La sposa subito con Fiorita di camera uscirono.

E preso Fiorita una danza, lo culo li comincia a prudere per tal modo che a ogni passo vi si ponea la mano, e grattavaselo si spesso che ogni donna che quine erano diceano: «Fiorita, e’ par che abbi al culo tal cosa che non puoi sostenere uno passo che la mano vi ti metti». Fiorita dicea: «Io non so quello che m’è intervenuto». E quanto più si grattava tanto più le rodea; e non potendo stare a ballo, in sulle banche si fregolava, intanto che le donne, ricordandosi di quello che Federigo l’avea detto, disseno: «O Fiorita, tu hai stamane inottegiato et ora veggiamo che quello che disse Federigo è vero, che quando lo vedi hai si grande la rabia al culo che non puoi stare in posa». Fiorita, che hae il dolore grande, della <cagione della> rósa non sapendo, stava grattandosi per modo che alcuna volta in presenzia d’altri si mettea la mano sotto i panni credendo per quel modo la rósa mandarne; e niente li valea. E per quel modo tutto il giorno non che potesse mottegiare altri, ma ella non potea mangiare né bere né stare in posa, tanto era la rósa grande: e così steo tutto il dì e la notte apresso.

La mattina avendo simile rósa, Federigo dice alla sposa che dica a Fiorita: «Che se ella vuol guarire io la guarrò». La sposa dice a Fiorita il fatto. Fiorita, che le pare esser vituperata e non credendone mai guarire, disse: «Io farò ciò che vorrà». Federigo richiesto, in camera intrò colla sposa. E Fiorita dolendosi dell’accidente avuto, Federigo fece discostare la sposa alquanto e disse: «O Fiorita, io voglio da te du’ cose se vuoi che io ti guarisca». Fiorita dice: «Chiedi, e questa rabbia mi leva dal culo». Fedrigo dice: «Io voglio prima che alla sposa mai non dichi villania e che la tegni per tua sorella e che ti sia racoinandata; apresso, che mentre che io sto in Pescia, avale o altra volta che io rivenisse, sii contenta che con teco di notte mi goda. Et aciò che tu mantegni la promessa, vo’ che stanotte cominciamo; io ti guarrò né mai tal difetto più non ti verrà». Fiorita dice: «Deh, perché non facciamo noi tal cosa di dì, al presente, acciò che io potesse ballare