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LXXXV
G>iunti a Salerno colla dilettevole novella, e quine cenarono. E perché la brigata era stanca, senz’altro dire se n’andarono a dormire fine al dì seguente che levati funno. E dato l’ordine di caminare, il preposto comandò a l’altore che alla brigata dica una novella; perché lo camino di verso Reggio di Calabria era un pogo lunghetto, a tal camino per lo giorno ordini di bella novella atta secondo i’ luogo dove sono. Ma prima che si muovano dica qualche canzona morale. L’altore disse che fatto será, e voltosi alla brigata disse:
«Canzon, chi vuol ben giudicare, il fine
riguardi, e chi securo
star ci vuole pigli pogo a guardare
che in questo mondo le genti meschine
non pensano al futuro,
possin pur nel presente assai rubare.
E questo è quello che ci fa tribulare,
e romper tra’ buoni pace e acender ira:
perché a sé propio ognun le cose tira».
E seguendo disse:
DE BONA FORTUNA IN ADVERSITATE
Di frate Moriale che condusse la parte e gente in Italia.
A>l tempo che fra’ Moriale condusse e fési capo delle parti e compagne che <in> Italia si facessero, fu uno giovane di Pavia