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Giunt’a Cesena, quine si denno buon tempo di canti, suoni e danze < . . . . . . . . . > in questo modo:
«Seguendo tuo apetito i’ perdo onore;
così costei: mercé dunque, Signore:
pon freno al mio cor prima che bianco
il tempo faccia il mio capello e pelo
con fare ch’in questa il vizio vegna manco
anzi che pigli benda e lassi il velo.
Taci, per tua pietà, del bestiai zelo,
lassando onesto a ciascun te nel core».
Ditta, di vantagio cenarono e fine alla mattina si riposarono.
E quando levati furono, il preposto comandò a l’altore che dicesse una novella fine che alla città di Cervia giungeranno. Lui presto a ubidire disse: «A voi, omini che di golosità siete pieni e, se invitati, oltra misura mangiatori, ad exemplo dirò una novella d’uno che essendo grande mangiatore non era però più valente de li altri; la qual’incomincia in questo modo:
DE MAGNA GOLOSITATE
Come Nicolao Corbi fue fatto castellano con x compagni in su Porta di Borgo.
F>u, innel tempo che la nostra città di Lucca rimase libera, deliberato che tutte le fortezze che Lucca possedea si desseno a’