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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/503

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novella cxiiii 503

o potesse aparegiare, avendo ogni persona da pogo. Avenne che, essendo lo ditto Sardo tratto anziano del mese di gennaio e ferraio, entrato in officio volendo tener i modi in palagio che tenea di fuori, più volte co’ compagni prese isdegno senza loro colpa, e più giorni steo per tal maniera parendoli esser messer Arach. Et oltra che volesse con ugnuno vincere suoi gare, avea per costume che quando era l’ora del mangiare sempre se n’andava a’ luogo comune, dove stava più d’un’ora prima che a mensa si ponesse, convenendo a’ compagni spettare; e simile modo tenea da sera alla cena. Et era tanto il suo fastidio che più volte i compagni funno per far con lui a mal modo; pur l’officio rifrenava li altri. Lui non curando onore né vergogna e non cognoscendo quanto facea disagio a li altri (che solo per quello doveano di molte cose comportare e sostenere i compagni), e lui il contrario faccendo, di giorno in giorno di male in peggio.

E vedendo uno de’ compagni nomato Salamone la cattività di Sardo, sì del corruccio che con loro facea sì dello star tanto faccendo i compagni stentare, deliberò di tal cosa punirlo senza che a persona l’apalesasse. E subito mandato per vescagine, e quella con l’olio la menò tanto che tenace era; et auto uno cuoio, quello n’empìo et alla bocca del luogo comune lo chiavò. Sardo, come fu l’ora del desnare, com’era sua usanza a’ luogo comune si puose; e come quine si fu posto a sedere, subito la vescagine se li apiccò al culo in forma che tutta la parte dirieto e dinanti li comprese; e non potendosi da tal vescagine partire, gridando e chiamando il suo donzello, stava col culo apiccato.

Lo donzello trasse là e vedendo quello che Sardo avea, disse: «Messer, a me pare sia una cosa vescosa e putente». Sardo dice: «Và tosto per acqua calda e per forbici e fà che da questo fastidio mi netti». Lo donzello andò a metter dell’acqua a fuoco. Sardo sta col culo alzato tenendo i panni in mano per non invescarli, essendo, oltra la vescagine, tutto merdoso della sua propria; et essendo freddo e vento, di freddo tremava. E come l’acqua fu calda, lo donzello faccendosi ad altri donzelli aitare, cominciò a lavare Sardo. Ma niente vale, ché quanto più coll’acqua calda lo lavava, tanto più vi s’apiccava. E vedendo che niente valea,