Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/6

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6 g. sercambi

collocare. E non è da meravigliarsi se ora in mccclxxiiii la moria è venuta e neuna medicina può riparare, né ricchezza stato né altro argomento che prender si possa sia sofficente a schifar la morte altro che solo il bene, ch’è quello che da tutte pestilenzie scampa; e quella è la medicina che salva l’anima e ’l corpo. E non prendendo la via di tal bene, necessaria cosa d’andare innella mala via . . ., ché, acostandosi la persona col malato, e senza febra la morte il giunge: quine non bisogna esser gagliardo, quine non vale stato che’ parenti da tal colpo li possa difendere.

Et essendo alquanti omini e donne, frati e preti et altre della città di Lucca — la moria e la pestilenzia innel contado — , diliberonno, se piacer di Dio fusse, per alcun  . . . . . . . . .  e prima acostarsi con Dio per bene adoperare e da tutti i vizii astenersi; e questo faccendo la pestilenzia e li altri mali che ora e per l’avenire si spettano, Idio per sua pietà da noi cesserà. Veduto adunqua essi, omini e donne, frati e preti, la pestilenzia multiplicare, prima ben disposti verso Idio, pensonno con un bello exercizio passare tempo tanto l’arie di Lucca fusse purificata e di pestilenzia netta.

E raunati insieme, li ditti diliberonno di Lucca partirsi e per la Italia fare il loro camino con ordine bello e con onesti e santi modi. E del mese di ferraio, un giorno di domenica, fatto dire una messa e tutti comunicatosi e fatto loro testamenti, si raunonno innella chiesa di Santa Maria del Corso parlando cose di Dio. E levatosi in piè uno eccellentissimo omo e gran ricco nomato Aluisi, e disse: «Cari fratelli e a me maggiori, e voi care e venerabili donne che qui d’ogni condizione sete qui raunate per fuggire la morte del corpo e questa pestilenzia, prima che ad altro io vegna, dirò che, poiché diliberati siemo per campare la vita e fuggire la peste, debiamo eziandio pensare di fuggire la morte dell’anima, la quale è più d’averne cura che lo corpo. E acciò che l’uno e l’altro pericolo si fugga, è di necessità pigliare la via di Dio e’ suoi comandamenti e, con quelli savi modi che si denno, guidare le nostre persone. E questo far non si può se prima tra noi non è persona a cui tutti portino reverenzia obidendolo in tutte le cose oneste, e lui come onestissimo non comandi se non cosa che sia piacere della