Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/25

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novella cxviii 523

e sopra di tale sagliendo facendo quello che a tale atto richiede; e mentre che tale cosa per lo ditto Gualfreduccio si facea, <uno suo ragazzino> chiamato Carnicella con motti disse: «Chi ha <a> fare non stia». Il Sessanta, che tali parole ode, pensò del fratello aver il modo di vendicarsene.

Non guardando comparatico, non guardando perdono né pace né amicizia né compagnia né pericolo che a lui ne potesse venire, con uno falcione se n’andò dove Gualfreduccio era et in sulla testa dalla parte dirieto li diè. Gualfreduccio volendosi levare, non potendo per le mutande che calate avea et anco per lo colpo avuto, il Sessanta rinfrescando i colpi in sulla testa per modo che morto l’ebbe, lo romore sentendosi per li altri compagni di Gualfreduccio che quine erano fu tratto dirieto al ditto Sessanta e senza ostare lo giunseno dove quine l’uccisero.

E per questo modo, per aversi fidato dello inimico fue morto; e così adiverrè’ di chi si fidasse come si fidò Gualfreduccio.

Ex.º cxviii.