Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/255

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L>a cattività della trista moglie e la tristizia del cattivo marito condusse la brigata ridenti a Saona, dove quine essendo bene aparecchiato da cena et assai di buon’ora giunti, il proposto, condutto la brigata in uno giardino, comandò che i religiosi dicesseno una bella moralità. Lo’ presti dissero:

«Confortisi ciascun c’ha ’l basso stato
e tu che l’hai grande,
veggendo ogni cosa a certo fine.
Chi men possiede men li è domandato;
famigli e gran vivande
non vanno ben colle cose divine.
Chi ven gustando queste cose, fine
non è cosí, ma ha corrotto il gusto,
ché chi ci vive giusto
sì signoreggia e non serve alle cose,
et usa quel ch’elli ha come discreto;
non si turba né lieto,
perdendo, fassi a cose dilettose,
ché fuor che l’uso non cerca tenerne,
né più che nostra voglia volerne».


Ditta la bella moralità, il proposto riserbando a’ cantatori le canzone, dato l’acqua alle mani e posti a mensa, cenarono e con danze e suoni fine a l’ora del dormire si dienno piacere; e dapoi a dormire ognuno se n’andò.

La mattina levati, e ’l proposto disse a l’altore che una novella