Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/45

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novella cxxii 543


E fatto venire Isotta fuora della città intorno a’ fossi, — là u’ Paulo solo colla giovana andavano su per li fossi — , e mentre andavano, lo ranocchio cominciò a cantare. Quelli ch’erano innell’acqua comincionno a rispondere, dicendo: «O cattivo isventurato che stai in cotesto corpo rinchiuso, e noi stiamo a vedere l’aire e diamoci piacere innell’acqua e godiamo!» Lo ranocchio ch’è innel corpo di Isotta dice: «Io mangio di buone confezioni e latte, e sto caldo e godo senza paura; e voi, cattivelli che state innell’acqua e mangiate male e bevete peggio, et oltra ciò vivete in sospetto d’esser dalle serpi mangiati! Et io mi riposo senza affanno e non ho paura d’esser morto, ma continuo ogni dì mi sono date migliore vivande l’uno di più che l’altro». Li ranocchi dicono: «Se lo re o chi l’hae a governare facesse a nostro senno, tu non vi staresti un’ora e come cattivo innel fuoco ti farenno ardere, che hai preso a volere far morire si bella giovana < . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >». Lo ranocchio rinchiuso: «Cotesto non è neuno che saper lo possa e però io mi goderò sempre e voi vi starete innella mota come degni sete».

Paulo, che tutto hae inteso, subito partitosi di quine et innella terra intrato, faccendo quello che inteso da’ ranocchi avea, la giovana libera dalla infermità fu, posto che debile rimanesse; lo re mandato per medici e medicine, in poghi giorni tornò più bella e più forte che mai fusse. E dato l’ordine che Paulo la meni, la festa fu grande e più giorni tennero corte bandita dandosi piacere.

E non molto tempo steono che Paulo mandò per la madre che a lui venisse, notandole come avea presa la figliuola de’ re Carlo di Cipri nomata Isotta. La madre allegra in Cipri n’andò, dove il figliuolo la fe’ fare contessa. E lui doppo la morte de’ re Carlo rimase re e signore di Cipri, però che altra figliuola che Isotta lo re non avea. E così insieme steono avendo insieme molti figliuoli. E morti, l’anime loro per le buone operazioni Idio le chiamò a sé.

Ex.º cxxii.