Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/118

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114 sermone decimosecondo.

     Tu le imprometti il desïato acquisto,
     20Salutando con giubilo segreto
     L’ora che rapidissima si avanzi,
     E te con voci di letizia piene,
     Più che amico e signore, inclito padre
     Dell’affamato popolo saluti.
25Di chi l’inganna o lo vezzeggia è il mondo,
     E gli errori ne adula, anzi le colpe.
     A te non venga la parola acerba,
     Che delle cose all’apparenza guardi,
     E seguitando quel che gli altri fanno
     30Fidatamente vai per la tua via.
     Il facile pendío spesso ti nega
     Lo sdrucciolante piè fermare a mezzo
     Del corso, e giù precipiti nel fondo.
     Altri travolti giù precipitaro,
     35Ed altri giù cadran precipitando;
     Chè a ludibrio de’ venti i suoi decreti
     La istoria vana nella polve scrive.
Alla luce del ver, che ti baleni
     Nell’intelletto ancor, si addensa intorno
     40Improvvisa caligine, che s’alza
     Dal profondo del cor, quando si turba
     E trema alle commosse aure dal grido
     Di lurida fremente e pazza plebe.
     Ma della plebe stolida ti lagni
     45Indarno allora, e a te medesmo rechi
     Tardi la colpa del negato uffizio
     A vincerne l’insania e le mendaci
     Torbide larve a discacciarne in bando.
Vedesti il meglio, e al peggio ognor ti appigli:
     50Ed al baglior di una speranza infida,
     Che qual lampo dileguasi, succede
     Più cupa tenebrosa orrida notte,