Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/126

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122 sermone decimosecondo.

     Colle stridenti rote il carro grave
     Del vïolato pondo. Il mercatante
     Al tuo richiamo avrà le orecchie sorde;
     E se del ricco premio il grido ascolti,
     295Onde la merce ovunque si rincara,
     Di tua stoltezza i pegni raccogliendo
     Verrà per poco; che per poco oscilla
     La bilancia, che i prezzi adegua e libra.
Ma sorde non avrà le orecchie, quando
     300La fama colle sue trombe proclami
     Il tuo messaggio. Al messaggiere onesto,
     Che il guardo dell’acuta aquila vinca,
     Forse risplenderanno astri novelli
     Più che all’usato incettator benigni?
     305Stolta lusinga! Alla perizia scarsa,
     All’importuno rombo, alla tremenda
     Ora che ultima scocca, al magro e lento
     Servigio pensa e alle speranze false,
     Onde la plebe misera travolgi;
     310Pensa e rispondi. Il molt’oro, che getti
     In profonda voragine, non basta
     Di dieci e dieci a ristorar la fame;
     E a mille a mille con tarpate penne
     L’abbominato e provvido commercio
     315Timidamente va recando il pasto,
     Che dell’amaro tuo sale cospargi.
Già la cupa voragine trabocca;
     Ma il dove, il come e l’ordine cercando
     Del tuo mercato una voragin nuova
     320Appiè ti schiudi. O popoli delusi
     A voi tocca colmarla insino all’orlo;
     Dell’error vostro è questo il frutto acerbo.
     Forse non lice dissiparne il denso
     Velo, che ingombra le non sane menti;