Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/218

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214 sermone ventesimosettimo.

O strane menti de’ mortali! Al vostro
     Ardito speculare angusto è il mondo;
     Che la terra ed il mar, l’etere e cento
     Elementi invisibili domate;
     65Ma di voi stessi qual cura vi prende?
     Già la tremenda folgore s’inchina
     Quasi lambendo umilïata il piede
     All’uom che la scongiura, e fra le nubi
     Slanciandosi rapisce una favilla
     70Che mille faci tremolanti avviva,
     Ed emula del Sol rende la notte.
     Per l’immenso oceán ricca di vele
     Scorre l’altera nave; ed alla foga
     Del fremente vapor fugge la via,
     75Che per terra e per mare invan divise
     Remote spiagge e popoli diversi.
     Voi di natura gl’intimi secreti
     Indagando svelate, e di voi stessi
     Avete scarsa conoscenza, al gioco
     80Abbandonati della rea ventura;
     Nè sopportar, nè vincere sapendo
     La dura signoria che vi flagella.
Ma tutti a un tempo il natural desio
     D’un ignoto piacere agita e incalza:
     85Ignoto, allora che l’infermo senso
     Il ben dell’intelletto a noi contenda
     E la pace del core e le serene
     Gioie d’un’alma a cotemplare avvezza
     Quanta parte di cielo a noi sorrida,
     90Se di valore e di costanza armati
     Impavidi sappiam colla nemica
     Sorte lottare, ed iscotendo i ceppi,
     Onde lo schiavo impallidisce o freme,
     Alto poggiar con liberissim’ala,