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SERMONE OTTAVO.
IL CREDITO.
Per l’ardüa, scabrosa e torta via
Lento lento procede e a gran fatica
Il carco imposto alla ritrosa trave,
E scarso e tardo alla sua meta arriva.
5Ma un diritto sentier, facile e piano
Al tuo carro dischiudi; e maggior pondo
Colle veloci rote in poco d’ora
Arreca là, dove il desio l’attende;
E ritornando ne riporta i doni,
10Onde s’adempie col ricambio alterno
L’alterno desïar. Dapprima il Sole,
Declinando due volte in grembo all’acque,
A mezzo del cammin aspro non vide
Dal cigolante carro e dalle stanche
15Belve e dal carrettier fracido e macro
La merce addotta. Or del meriggio appena
Il cerchio tocca, e nel fidato loco
Non offesa dal tempo e da fortuna
Accolta vede la sicura merce;
20Che pronta all’uopo ognor si rinnovella
Nel suo rapido giro, il prezzo avaro
Più non chiedendo degli antichi e lunghi
Ingrati sforzi. Nell’aperta traccia
Più non ondeggian le dorate spiche,
25Nè l’arbore fecondo i rami incurva
Di pomi grave. Ma ben altri frutti