Pagina:Serra - Scritti, Le Monnier, 1938, I.djvu/49

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2 scritti di renato serra

meno vivamente queste disposizioni varie degli animi; ma, se si guarda bene, una che sciolga interamente il nodo di tante contraddizioni e dubbi che dividono la gente, una che ci dia conto chiaro del fatto suo, non si trova.

Però io non intendo di fare una descrizione minuta dell’uomo e dell’opera; che sarebbe un ripetere quello che tutti sanno e che di per sè non importa altro che poco; ma come se a me avessero indirizzata quella domanda, chi è?, cercherò di rispondere. E porrò mente non alla persona di lui, sì all’arte.

Giudicarne a primo aspetto non è facile.

Per esempio, a tener conto dell’apparenza e delle abitudini, si vorrebbe dire che il Pascoli è uno spirito classico e un umanista; egli che ha scritto i Poemi Conviviali, cosa, fu detto, tutta greca, e ha insegnato tanti anni latino e greco, ha ordinati commentati tradotti i poeti classici, ha composto per avventura i più bei versi latini che ai nostri dì si conoscano.1

Ha fatto tutto questo; ma non è un umanista. Nulla è così lontano dal suo spirito come la religione delle lettere umane. La quale a noi ora non tocca cercare che cosa sia, e se consista più propriamente nel culto dell’arte della parola o nel rispetto delle tradizioni; se abbia più d’entusiasmo ingenuo, di venerazione per tutte le belle grandi cose che sono state dette o di sottilità squisita e un poco scettica; se sia meglio un abito di eleganza e quasi buona educazione dello spirito, o una temperanza di saggezza pa-

  1. Non ne dico di più, sebbene sarebbe argomento assai caro: ma la raccolta dei carmi quasi non è pubblica, e nemmeno io ho potuto vederla intera.