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112 parte prima - capitolo xiv


di polizia che doveva udire i nostri discorsi e riferire. I custodi, vedendo che noi eravamo cosí tenuti senza una ragione, e contro l’uso, e con maggiore fatica loro, e per tanto tempo, smessero ogni rigore, e ci lasciavano anche parlare da le finestre. Quell’isolamento mi privava del passeggio nel vasto cortile del carcere ad aria aperta, e m’impediva di vedere spesso mia moglie, la quale ogni volta doveva chiedere e penare per ottenere permesso, e quando veniva coi cari nostri bambini dovevamo essere sempre alla presenza dell’ispettore.

Mentre cosí passavo i giorni lunghi, sconsolati, e pieni d’incertezza e di timore dell’avvenire, ecco nella nostra rada comparire alcune navi di guerra inglesi, poi altre, e poi tutta una squadra che mi faceva un grande spettacolo, e pareva minacciare la cittá. Il governo aveva una grossa briga per gli zolfi di Sicilia. L’aviditá e l’ignoranza dei proprietari delle miniere, e l’astuzia dei mercanti, che erano specialmente inglesi, avevano fatto scadere l’industria dello zolfo. Una compagnia francese fece una proposta al nostro governo: cavare essa lo zolfo, darne il doppio del prezzo corrente ai proprietari, e quattrocento mila ducati l’anno a lo stato. I mercanti inglesi levarono alte grida contro questa dimanda di privativa che annullava i loro contratti e offendeva la libertá di commercio, e indussero il loro governo presieduto dal ministro lord Palmerston a sostenere le loro ragioni. Il re diceva essere padrone in casa sua, avere diritto anzi dovere di migliorare quell’industria e fare l’utile dello stato; ma il ministro degli affari esteri principe del Cassero gli consigliava di non fare la concessione, di non irritare la nazione inglese, che a questo mondo non basta aver ragione, ma bisogna aver forza per farsela fare, e noi non possiamo contendere con l’Inghilterra. Questo consiglio dava ancora Giuseppe Caprioli segretario del re, ed uomo di molto senno.

Il re da prima stette dubbioso, poi fece il contratto, ed allontanò da se il ministro ed il segretario.

Ecco dunque la squadra che veniva per ottenere coi cannoni quello che non s’era ottenuto coi protocolli. Re Ferdi-