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200 parte prima - capitolo xxi


formula di giuramento. Eccolo qui sul tavolo: ‘Prometto e giuro innanzi a Dio fedeltá al re costituzionale Ferdinando. Prometto e giuro di compiere con massimo zelo e con la massima probitá ed onoratezza le funzioni del mio mandato. Prometto e giuro di essere fedele alla costituzione quale sará svolta e modificata dalle due Camere d’accordo col re, massimamente intorno alla Camera dei pari, come è detto nell’art. 5 del programma del 3 aprile. Cosí giuro e Iddio mi aiuti’. I ministri hanno presentato questo decreto alla Camera, che l’ha accettato, ed ha ordinato disfare le barricate. Essi ci hanno detto di aver pregato il re di far rientrare le truppe almeno nei cortili e nei giardini della reggia, di non farle vedere dal popolo cosí schierate nella piazza, ed egli non ha voluto. Ora siamo a questo punto: il re dice: ‘Non ritiro i soldati se non disfate le barricate’: il popolo dice: ‘Non togliamo le barricate, se i soldati non si ritirano’ L’una parte non ha fede nell’altra». «E chi cederá?» «Il popolo no, né io glielo consiglierei. Se non cede egli, come finora ha ceduto, si verrá ad un conflitto, e la finiremo una volta con costui».

Mentre facevamo questo discorso erano poco piú delle undici del mattino, ed entrarono a furia nella sala alcuni dicendo: «È cominciato il fuoco, si combatte a San Ferdinando». E udimmo colpi di cannone. Dopo un poco entrò Filippo Capone con in mano una palla di cannone, e disse: «Ecco quello che ci manda Ferdinando». Vennero altri e dicevano: «Il popolo vince, i soldati fuggono». Ma il cannone che tonava diceva il contrario. In quella sala tutti si movevano, tutti parlavano stranamente commossi: alcuni proponevano dichiararsi Ferdinando nemico pubblico e decaduto dal trono, altri nominare un governo provvisorio; il Ricciardi propose nominarsi un comitato di pubblica sicurezza con poteri pieni ed assoluti, e furono nominati Ottavio marchese Tupputi, presidente, e membri Gaetano Giardini, Vincenzio Lanza, Gennaro Bellelli, Ferdinando Petruccelli. A questo punto io dissi al Musolino: «Tu rimarrai qui, e farai il tuo dovere come