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268 parte seconda - capitolo vi


ci guardavano, ed additandoci dicevano: «Povere signore, poveri ragazzi!» Se incontravamo persona amica, appena aveva forza di domandarci: «Come state? come sta vostro marito?» Dopo le mie risposte, diceva: «Non temete, o signora, e sperate in Dio». Io rispondeva: «E di che debbo temere? Non avete intesa la discussione della causa, e le difese? che cosa è contraria a mio marito?» «Nulla di contrario, ma ricordatevi quanto vostro marito è odiato». «Lo so, replicava io: sará condannato ai ferri perché si chiama Luigi Settembrini, ma tutto il mondo sa che viene assassinato, che giá sono designate le vittime. Egli sará condannato ai ferri, ma quelli che lo condanneranno avranno infamia eterna, ed i loro figli per vergogna dovranno prendere altro cognome». Mi rispondeva con sospiri: «Faccia Dio che sia condannato ai ferri!» La signora ed io facevamo molta maraviglia come si poteva temere condanna maggiore dei ferri. «In veritá io vedo brutti segni; tutti sono in gran timore; si teme di morte; ma chi sará condannato a morte? Non conosciamo noi il processo? non abbiamo udite le difese degli avvocati? non abbiamo udita la difesa che si ha fatta Luigi? Tutto è analizzato, tutto è chiarito: perché dobbiamo temere? Sono certa che non usciranno di carcere se non quando Iddio avra pietá di questo sventurato paese. Non credo che i giudici saranno tanto scellerati, non credo che si giungerá a tanto; ma se non fossero capaci di tutto non sarebbero giudici in questi tempi: ma non sono tutti crudeli.....». Mentre cosí parlavamo nel mezzo del cammino una donna ci avvisò che alcune signore ci chiamavano. Ci volgemmo e vedemmo la signora Cecilia moglie di Vincenzo Dono tuo compagno di causa; e la sorella. Giunsero a noi mezzo convulse e preseci tutte per braccio, dicevamo: «O che giorno e questo per noi! sino a che non sapremo la decisione staremo come morte». Pure ci davamo coraggio scambievolmente, e pregavamo Iddio che avesse dato lume a chi stava decidendo della nostra sorte. La signora Cecilia mi narrò come a stenti aveva potuto vedere il marito per poco, ed io le narrai come aveva trovate maggiori difficoltá per ve-