Vai al contenuto

Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/37

Da Wikisource.

uno sguardo al mondo 31


popolo era d’altra pasta che il francese, e voleva essere trattato in altro modo, non aver bisogno di molto pensare, pensare egli per tutti. Ali’imperatore, che egli manterrebbe l’antica amicizia, ma che essendo re indipendente non voleva soggezione né aiuto di armi, bastandogli le sue, e che saprebbe fare da sè. Questo rispose, ma in quella forma che si usa lassú, non come l’ho detto io cosí alla buona. E questo primo tratto dipinge l’uomo, il quale per ismoderata prosunzione fa una buona e una cattiva risposta, rifiuta l’aiuto straniero, e nega la libertá del pensiero nel suo popolo: e la stessa prosunzione fu la cagione vera del molto male e del poco bene che egli fece in vita sua. Un’altra lettera gli fu scritta, e lo so da buona fonte, perché gliela scrissi io proprio, e la messi alla posta: gliela scrissi in versi, e gli dicevo: «Tu sei giovane, sii ardito: chiama alle armi tutti gl’italiani, scaccia i tedeschi, cedi al papa il tuo regno di Gerusalemme, e tu pigliati e metti sul capo la corona d’Italia. Noi ti adorerem come un Dio, tu avrai un gran potere, e la piú bella fama nella storia». Gli davo spronate da far galoppare una rozza. Non vi messi il mio nome, e però non ebbi una risposta. Mi diceva Pier Silvestro Leopardi che anch’egli scrissegli una lettera, ma in prosa, e lo consigliò a dare una costituzione e farsi capo del movimento italiano. E forse gliene scrisse anche altri, ma io non lo so e parlo soltanto del fatto mio.

Mi ricordo con che ansia allora s’aspettava e si leggeva i giornali, con che caldezza si discuteva, con quali speranze si cospirava, di quali rose era dipinto l’avvenire. E non pure a me giovanetto, ma anche agli uomini di sonnolenta prudenza, e persino ai lumaconi di corte pareva che il mondo avesse mutato faccia. I nuovi ordini politici in Francia, l’agitazione degli spiriti in tutta Italia, la giovanezza del re, le novitá che egli faceva, il buon viso che mostrava agli uomini ed alle idee liberali, tutto induceva a credere che un gran mutamento ci doveva essere. Si diceva che Ferdinando era ambizioso, ma voleva la spinta, e parere di essere sforzato. Né solamente i napolitani ma gli altri italiani miravano in lui, e ne aspettavano