Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/81

Da Wikisource.

Catanzaro 75


paesello tra il proprietario sempre usuraio lí, e il proletario sempre debitore, si ammansirá quell’odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio. Quando quelle genti avranno lavoro, istruzione e giustizia, quelle loro nature sí gagliarde nei delitti saranno gagliarde nel lavoro, nelle industrie, nelle arti, nella guerra santa e nazionale. In nessuna contrada ho veduto piú ingegno che in Calabria, lí schizza proprio dalle pietre, ma raramente è congiunto a bontá, spesso è maligna astuzia.

In Catanzaro trovai poche persone colte, parecchi parlatori che parevan saputi; tutti, specialmente i nobili, cortesi e amabili: il popolo lieto, motteggiatore, vago di spassi e di feste, molti legisti e di valenti: in tutti quanti un po’ di rozzezza che non dispiace perché sotto v’è buon cuore. Le donne, tranne pochissime, non sanno leggere, ma con gli occhi dicono tutto. Dai paeselli vicini ne vengono alcune d’una mirabile bellezza di forme, e mia moglie ne lodava specialmente una che era povera fanciulla di Marcellinara, e aveva occhi, volto, persona bellissima e perfetta.

Ci sono quattro confraternite, delle quali fanno parte tutti i cittadini, che gareggiano pazzamente in feste arredi luminarie, spendendo gran danari che andrebbero meglio adoperati in opere civili. Ma che volete? I nostri padri, vivendo muti e disgregati senza libertá politica, non avevano altro legame comune che la religione, però fondarono queste confraternite dove avevano una certa libertá, e voto, e magistrati, ed eguaglianza, e potere di legge piú che di uomini, e associazione di mutuo soccorso; e ragionevolmente amavano queste istituzioni onde avevano molti benefizi. E perché l’arte è un bisogno del nostro popolo, quando si celebra la festa del santo della confraternita, l’eloquenza la poesia e la musica sono adoperate nella festa. Un prete o chierico sciorina un panegirico, a cui il popolo batte le mani e grida l’evviva: sonatori vanno per tutta la cittá, e poi quante persone sanno accozzare versi italiani, latini, e greci ancora, e francesi s’il vous plait ne recitano a dilungo. Come io giunsi a Catanzaro trovai