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164 | parte terza - capitolo lviii | [450] |
Io non ti scriverò piú pel solito marinaio, fintantoché non mi sarò assicurato. Attendo dunque il ritorno di Colonna. Ti abbraccio, ed addio, dolorosamente, addio.
DS. La notizia qui venuta è stata scritta ad Agresti. Che nel giornale ufficiale si leggeva che il giorno 3 la gente sbarcata a Sapri, era stata assalita da truppe e da urbani: che ne erano morti cento, e trenta feriti: il resto sbandati.
Ora udiremo condanne, fucilazioni, ergastolo, ferri. Povero paese, lacerato in mille guise dagli sciocchi e dai tristi! Scellerati quelli che mandano questa gente senza conoscere bene il paese, e senza venire essi nei pericoli nei quali mandano gli altri. Sciocchi, stolti, scellerati quei di dentro che dicono a quei di fuori: «Venite», e spacciano bugie, e fanno credere che sta per iscoppiare il vulcano, che non è altro che la loro pazza testa. Quanto sangue, quanti mali, quante lagrime per queste imprese sconsigliate. Vorrei scriverti tante cose, ma non so quello che scrivo. Addio di nuovo.