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174 | parte terza - capitolo lxv | [460] |
Non ancora ho compiuta la vita di Luciano: mi affretterò a compierla. Sai che qui mancano le forze e la voglia di fare qualunque cosa. È lavoro che mi ho dovuto cavare tutto dal capo, non compilarlo dai libri, e perciò vado lento. La minuta è fatta interamente: sto sul correggere, e correggendo rifaccio da capo. Basta, ora farò il piú subito che posso.
La causa di Salerno è finita: qui sono venuti due soli: uno milanese e giovane di ventitré anni mi dá una lettera che ti accludo, affinché tu la spedisca per la posta. Dirai a Raffaele che per la posta verrá diretta a lui la risposta a questa lettera, ed egli la manderá a me. Vada dunque spesso alla posta. Povero giovane, vittima inconsapevole dell’altrui impostura, mi fa pietá!