Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/302

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Ma ritorno alla dichiarazione del Margherita, per ritoccarla brevemente, onde non ripetere quello che è giá detto.

Nella prima dichiarazione del dí 11 ottobre dice che intese nominare dal Sessa e dal Giordano soli quattro di noi, l’Agresti, il Pironti, il Persico e me, come membri del comitato centrale, ma che non conobbe nessuno di noi, tranne il Pironti per caso. Dopo cinque giorni, il 16, dice che ci conosce, e conosce ancora un quinto, il Primicerio; che verso la fine di ottobre 1848 ci portò dei bigliettini sigillati da parte del Giordano, e parlò con ciascun di noi per riunirci la sera al caffè de Angelis, e poi andare in casa Agresti.

Non dimanderò per qual cagione nella prima dichiarazione afferma che non mi conosce, e nella seconda dice che mi conosce, e mi portò uno de’ bigliettini; non parlerò della inverisimiglianza di questi bigliettini, non potuti portare al Pironti perché era in Santa Maria; non dirò che era il Giordano che li mandava, e comandava a bacchetta uomini piú riputati di lui; non dirò a che servivano i bigliettini e sigillati, quando il Margherita doveva parlare a ciascuno di noi. Egli mi vide, mi parlò, mi vide al caffè de Angelis, mi vide scendere dalla casa Agresti. Sia pure. Io fui arrestato il 23 giugno e stetti in prefettura sino al 29 giugno, come si dimostra dai verbali di disuggellazione delle mie carte e del mio interrogatorio: e fui messo in una stanza superiore che segue una stanza piú grande dove stanno altri detenuti comuni. Or il Margherita come rilevasi dal certificato del prefetto voil. 25 fol. 107, fu arrestato la prima volta per mancanza di carte giustificative la notte del 24 al 25 giugno ed uscí ai 3 luglio, e per cosí lieve cagione non fu certo messo in segreta, ma nella stanza grande per la quale io ogni giorno doveva passare andando ai miei interrogatorii. Or se il Margherita mi avesse conosciuto prima, mi avrebbe riconosciuto allora, e nella sua lunga dichiarazione avrebbe parlato che mi rivide in prefettura, od almeno non avrebbe sbagliata l’epoca del mio arresto, essendo l’epoca dell’arresto suo, non avrebbe detto che io fui arrestato in luglio. Tanto piú che egli parla di cose che dice di aver sapute in prefettura; avrebbe dunque potuto, anzi avrebbe dovuto ricordarsi e parlare di me. Mi direte che queste notizie topiche della prefettura non nascono dal processo. Ed io vi rispondo: «dunque il vero non istá se non nel processo? E se io ne avessi fatta una posizione a discolpa, voi non me l’avreste rigettata come avete fatta delle altre?»