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[349] i compagni di cella 63


desidera, non sogna, non chiede altro che andare ad espiare nel presidio la seconda pena. Ventidue di ferri nel presidio gli sembrano un paradiso a petto dell’ergastolo perpetuo! Costui del mondo conosce quello che un uomo onesto conosce della galera: dice che gli pare d’essere nato in carcere: non parla che di carcere e di carcerati, o del suo vecchio padre, unica persona del mondo a cui egli è legato di affetto. Vende, compera, va, viene, non trova posa, ha sempre faccende per mano, fa servigi a tutti, fa conti, legge, e sa talora trova dipinto in un romanzo qualche scellerato, egli lo abborrisce, si sdegna, e con terribili parole dice che saria stato bene a punirlo con una brava coltellata. Nel cuore anche dei tristi è il sentimento d’una giustizia, la quale essi vogliono per gli altri, e non per sé e a modo loro.

Il quarto è un bestione, rosso di peli, con tre denti in bocca, che per omicidio e furto è qui da ventitré anni: è di un paese di Terra di Lavoro. Costui fa qualche servigio a Silvio ed a me: a me pochissimi, perché io amo farmi ogni cosa da me, e sento un certo orrore a riguardare le mani di costoro. Io vo superbo che in certo modo basto a me stesso, e non ho bisogno d’altri che in poche e piccole cose. Per qualche mese il giudice ci faceva i servigi, ma voleva parlar molto, moltissimo, voleva fare quello che voleva e a modo suo, e con le parole si sforzava dimostrare che faceva benissimo: spesso doveva fare io servigi a lui. Ora il poveretto ci fa anche egli qualche servigetto, e contiene la lingua quanto può: ma spesso la scatta, e corre velocissima come la molla che rompesi in un orologio.

Il quinto è il calzolaio. Nato in un villaggetto appiè del Matese, ha il sangue, la fierezza, la durezza d’un antico Sannita. Il lavoro che santifica tutto, e la presenza di uomini che parlano di virtú han fatto aprire gli occhi a questo sciagurato, che certo non nacque per essere un ribaldo, perché ora conosce i suoi errori, e li piange maledicendo chi non lo educò, uno zio che lo menò alla via della perdizione, e i cattivi compagni. Quest’uomo che a quarantaquattro anni ha i capelli