Pagina:Settembrini - Protesta del popolo delle Due Sicilie.djvu/16

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ha rotta la disciplina militare, per modo che in meno di dodici anni diciassette uffiziali sono stati uccisi da soldati; il che parrebbe gran maraviglia se fosse accaduto negli eserciti numerosi di Francia o di Austria o di Russia. Nè il soldato può rispettare vecchi colonnelli e generali che furono capi di briganti e servitori, ignorantissimi, bravi solamente nelle parole. Insomma questo prosuntuoso crede saper di tutto e vuol fare tutto; ma non sa nè fa niente; si veste in mille guise e si crede ora un valente capitano di terra, ora un forte lanciere, ora un intrepido ammiraglio, ed ora anche un dotto architetto. L’architettura poi è tutta cosa sua; corregge a suo modo i progetti, fa murare e smurare a suo talento; la fabbrica vien meno, ed ei rimprovera l’architetto. Se questi non fosse un re, sarebbe un buffone da far ridere, o uno sciagurato da far pietà.

A lui ogni anno ciascun ministro porta i risparmi fatti nel suo ministero. Questi risparmi sono pensioni e soldi non pagati per impieghi vacanti, gratificazioni che si negano o si scemano a coloro che han fatti lavori straordinarii. Gli impieghi vacanti non si fanno occupare giammai, vi si mettono interini con la metà del soldo, l’altra metà si risparmia; e intanto moltissimi minuti impiegati che per molti anni hanno avuto un sottilissimo soldo, e che sperano di crescerlo di due, tre, quattro ducati al mese, si veggono tolto quell’aspettato e misero tozzo, che vien dato al Re. Il Re accetta in buona coscienza il regalo dai suoi fedeli Ministri (i quali ritengono prima qualche cosetta per loro); e mille famiglie piangono, e centomila poveri t’investono per le vie, gridano il giorno e la notte, vengono a picchiarti la porta, ti mostrano in ogni parte la miseria e lo squallore di una nazione assassinata. Son dieci anni che non v’è Ministro della Guerra e Marina, e re Ferdinando ha ritenuto per sè quell’ufficio ed il soldo, credendo che nessuno meglio di lui conosca