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CAPO UNDECIMO


I SOLDATI.


Re Ferdinando confida nei suoi soldati, ma non li sa educare, onde nè lo temono nè l’amano; per averli fedeli li fa ignoranti: li veste or d’un modo, ora d’un altro e finalmente sdegnando ogni divisa nazionale li ha vestiti alla francese. Quando ci capita qualche principe forestiero egli subito squaderna innanzi le sue milizie, e fa una gran mostra con fanciullesca compiacenza, che ei si crede un gran capitano e se la tiene. E però or li conduce ad un finto assedio, or in colonna mobile, or di qua or di là ei si spassa, la nazione paga queste spese straordinarie: i soldati devastano ogni cosa e consumano le scarse provvigioni dei paeselli, i quali restano ammiseriti. I suoi generali sono vecchi soldati, che non potettero sperar di militare sotto il governo francese, e furono accetti o per fedele ignoranza, o per delitti commessi come capi di briganti. Gli uffiziali generalmente fanno come il Re, rubano ed opprimono i soldati, braveggiano, bevono, e contan vittorie donnesche. Questi sono educati in un collegio, dove la più parte dei maestri son preti1, e dove tra gli esercizii militari imparano ad attillarsi, passeggiar per le vie più frequentate, e guardar le donne. I soldati debbono servir per cinque anni: in altri cinque possono esser richiamati. A quattro reggimenti di Svizzeri si dà paga doppia, migliore e più largo cibo dei nostri. Prima i cambi si facevano da particolari, secondo ciascuno po-

  1. Per ordine del Re tutti i maestri del collegio di Marina son preti.