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confusione, di botti e di grida. Sembra una guerra, ma non lo è, anzi, è un giorno di festa, semplicemente Genova a Capodanno. Il bombardamento è fittizio: sono fuochi d'artifizio. I festeggiamenti dell'ultimo dell'anno si trasformano in un'ipotetica guerra con allusione evidente al processo contrario messo in moto dalle riprese televisive della CNN sulla prima Guerra del Golfo, allora appena terminata. Sfilacciate e tremolanti, le immagini della Fadda sono distanti dalla nitidezza degli standard televisivi. Sono in bassa definizione. Dal i992 al 2001 l'artista gira in Hi8 e riversa su VHS, lavorando sul nastro magnetico fino a distorcere l'audio e ad accentuare la liquidità dei colori e, successivamente, filmando il materiale riversato attraverso il posizionamento della videocamera di fronte al monitor. Ottenuta artigianalmente dal master, ogni copia e diversa a seconda delle informazioni audio e video inserite. L'utilizzo del digitale dal 2001 non cambia l'impostazione concettuale, ma permette una maggiore libertà e fluidità sia di ripresa che di montaggio. Simonetta Fadda lavora sulla «diretta», sfruttando la funzione della videocamera di catturare l'istante cosi com'è. Una «diretta» in bassa definizione, però, sfocata e sporca. servendosi della mancata nitidezza della bassa definizione e manipolando in modo evidente i segnali audio e video, l'artista fa sì che il linguaggio del mezzo si manifesti tanto chiaramente da mostrare quanto qualsiasi riproduzione del reale passi necessariamente attraverso questo filtro e, dunque, quanto siano pretestuose l'esattezza e l’obiettività. L'uso della bassa definizione è funzionale a rilevare l'incongruenza del concetto di alta definizione

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