Pagina:Sino al confine.djvu/128

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un po’ per far dispetto a Paska, un po’ pei rafforzare un’idea che le germogliava in mente, disse:

— Eppure io finirò col diventare sua moglie. Egli non guadagna molto, per adesso, ma che importa? Sono abbastanza ricca io.... vivremo tranquilli, ma lontano, lontano di qui.

— Che ti abbiamo fatto, figlia di Dio? — domandò Paska, asciugandosi gli occhi. — Ah, no, tu non sposerai il figlio d’una filatrice.

— È quel che si vedrà!

Ed ella cominciò a lodare colui che fino a quel momento aveva disprezzato e che adesso le appariva sotto una diversa luce, come un liberatore, o almeno come uno che l’avrebbe aiutata a vendicarsi; e di nuovo, nei lunghi crepuscoli di giugno, aspettò con desiderio il portalettere.

Col sopraggiungere del caldo Luca veniva ripreso dal suo tristo male: il medico ordinò di condurlo ancora in campagna, possibilmente in montagna, ma quando si trattò di partire, il malato fu assalito da una convulsione di angoscia e di terrore.

— Io non ritornerò più qui, — diceva piangendo, — morrò fuori di casa. E «lei» che mi caccia via, per farmi morire più presto. Mi volete portare in un luogo pieno d’insetti, di lumache, di vermi: volete farmi rosicchiare dai topi.... Mi pare di sentirli, qui.... sulle mie mani.... Ah!