Pagina:Sino al confine.djvu/183

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dare come Gavina apparecchiava la tavola, finché non arrivò Francesco.

— Sai, Gavina, Priamo Felix s’è ucciso! — disse il giovane, appena entrò nella saletta.

— Lo so.... L’ho letto in un giornale che questo signore.... il signor Zanche.... tu lo conosci....

— Prego, s’accomodi. Sì, ci siamo incontrati qualche volta.... mi pare. Vuol favorire?

— Grazie, devo andare. Ho disturbato abbastanza la signora Gavina. Se occorre loro qualche cosa mi comandino.

— Mi occorrerebbero centomila lire; me le procuri — disse Francesco ridendo.

— E perchè no?

— Tu lo conosci? — domandò Gavina, appena il Zanche se ne fu andato.

— Credo sia un sensale. È un uomo disinteressato e servizievole e conosce tutti. Se tu qualche volta andrai fuori con lui vedrai....

— Perchè devo uscire con lui? — ella interruppe sdegnosamente. — Per andar dove? Nè con lui, nè con altri uomini: posso benissimo uscire sola, non mi smarrirò, e se mi smarrirò....

Ella parlava con dispetto, ma pensava a tutt’altra cosa che a un suo possibile smarrimento per le vie di Roma.

— Egli sapeva del suicidio e non me ne parlava! Non ha potuto tacere oltre, vedendo il signor Zanche e indovinando che avevo letto

Deledda. Sino al confino. 12