Pagina:Sino al confine.djvu/212

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ogni momento, e dormirà qui, se tu vorrai. Tu non hai davvero paura di star sola?

— Perchè dovrei aver paura? Piuttosto starò inquieta per te!

— Il mare sarà tranquillo, stanotte. Dormirò bene. Io aveva una borsetta: dov’è andata a finire?

Ella cercò la borsetta; ed egli vi mise dentro qualche oggetto, poi guardò ancora l’orologio.

— C’è un’ora di tempo. E la posta non arriva oggi?

Andò a vedere, ma non c’era nulla. Risalì, si buttò sul letto e volle che Gavina gli si avvicinasse.

— Che devo dire a tua madre? Che Roma ti piace? Che sei contenta? No? Perchè piangi ora? Non sei contenta di stare a Roma? Di stare con me? Su, di’! Sei pentita?

— Francesco.... Francesco.... — ella disse, balbettando e singhiozzando. — Tu fai.... per me.... tanto.... e mi domandi se.... Devi esser pentito.... tu, non io!

— Io? Perchè? — egli rispose con calma — Ma per nulla!


*


Rimasta sola Gavina si buttò sul letto e vi rimase a lungo agitata da un tremito nervoso. Il guanciale conservava l’odore dei capelli di Francesco, ed ella vi figgeva le labbra e singhiozzava.