Pagina:Solerti - Vite di Dante, Petrarca e Boccaccio, 1904.djvu/71

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giovanni boccaccio. 59

piuta l’avea, dove fosse quello che vi mancava, da loro giammai non potuto trovare. A questo gli parea la seconda volta udir per risposta: Si, io la compiè. E quinci gli parca che ’1 pi-endesse per mano e raenasselo in quella camera dove era uso di dormire quando in questa vita viveva; e toccando una parte di quella, diceva: Egli è qui quello che tanto avete cercato. E questa parola detta, ad un’ora e ’1 sonno e Dante gli parve che si partissono. Per la qual cosa affermava, sé non essere potuto stare sanza venirgli a significar ciò che veduto aveva, acciò che insieme andassono a cercare nel luogo mostrato a lui (il quale egli ottimamente nella memoria aveva segnato) a vedere se vero spirito o falsa delusione questo gli avesse disegnato. Per la qual cosa, restando ancora gran pezzo di notte, mossisi insieme, vennero al mostrato luogo, e quivi trovarono una stuoia al iimro confitta, la (juale leggermente levatane, vidono nel mui’o una finestretta da ninno di loro mai più veduta, né saputo ch’ella vi fosse, e in quella trovarono alauante scritte, tutte per l’umidità del muro muffate e vicine al corrompersi, se guari più state vi fossero; e quelle pianamente della muffa purgate, leggendole, videro contenere li tredici canti tanto da loro cercati. Per la qual cosa lietissimi, quelli riscritti, secondo l’usanza dello autore prima gli mandarono a messer Cane, e poi alla imperfetta opera ricongiunsoiio come si convenia. In cotal maniera l’opera in molti anni compilata si vide finita. se compiuta l’avea dove fosse quello che vi mancava, da lor giammai non potuto trovare. A questa gli pareva similemente udire per risposta: Si, io la compie’. E quinci gli pareva che il prendesse per mano, e menasselo in quella camera dove era uso di dormire quando in questa vita vivea, e toccando una parte di quella, diceva: Egli è qui quello che voi tanto avete cercato. E questa parola detta, ad un’ ora il sonno e Dante gli parve che si partissono. Per la qua! cosa affermava, sé non essere potuto stare senza venirgli a significare ciò che veduto avea, acciò che insieme andassero a cercare il luogo mostrato a lui (il quale egli ottimamente nella memoria avea segnato) a vedere se vero spirito o falsa delusione questo gli avesse disegnato. Per la qual cosa, come che ancora assai fosse di notte, mossisi insieme vennero alla casa nella quale Dante quando mori dimorava; e chiamato colui che dentro allora vi stava, e da lui in essa ricevuti, al mostrato luogo n’andarono, e quivi trovarono una stuoja al muro confitta, si come per lo passato continuamente veduta v’aveano; la quale leggiermente in alto levata, vidono nel muro una finestretta da ninno di loro mai più veduta, né saputo ch’ella vi fosse, et in quella trovarono più scritte, tutte per l’umidità del inuro nmffate e vicine al corrompersi se guari più state vi fussono; e quelle pianamente dalla muffa purgate, vidono segnate per numeri, e conobbero quello che in esso scritto era essere de’ ritmi della Comedia; perché secondo l’ordine dei numeri continuatele, insieme li tredici canti, che alla Comedia. mdin.Q,-à.Yà\\o, ritrovarono tutti. Per la qual cosa lietissimi quegli riscrissono, e secondo l’usanza dell’autore prima gli mandarono a messere Cane, e poi alla imperfetta opera gli ricongiunsono, come si coiivenia;

et in cotal maniera l’opera in molti anni compilata si vide finita.