Pagina:Solerti - Vite di Dante, Petrarca e Boccaccio, 1904.djvu/83

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giovanni boccaccio. 71

altrui più ili me sufticiente e più vago alcuno luogo si lasciasse di dire. E perciò quello che per me detto ii’e, quanto a me dee convenevolmente bastare, e quel che manca, rimanga nella sollecitudine di chi segue. La mia piccioletta barca è pervenuta al porto, al quale ella dirizzò la proda partendosi dall’opposito lito; e come che il pileggio sia stato piccolo, e ’l mare, il quale ella ha solcato, basso e tranquillo, nondimeno di ciò che sanza impedimento è venuta, ne sono da rendere grazie a Colui che febee vento ha prestato alle sue vele; al quale con quella umiltà, con quella divozione, con quella affezione che io posso maggiore, non quelle, né cosi grandi come elle si converrebbono, ma quelle che io posso, rendo, benedicendo in eterno il suo nome e ’1 suo valore. la sufficienzia ci fosse stata, e la materia l’avesse patito, era ben fatto, più che detto sia, non esser detto da me, acciò che ad altrui più di me sufficiente e più vago di ciò alcun luogo si lasciasse di dire. 27. La mia (ìiccioletta barca è pervenuta al porto, al quale ella dirizzò la proda partendosi dallo apposito lito; e come che il pileggio sia stato piccole et il mare basso e tranquillo, non di meno di ciò, che senza impedimento è venuta, ne sono da rendere grazie a Colui, che felice vento ha prestato alle sue vele. Al quale con quella umiltà e divozione che io prego maggiore, non cosi grandi come si converrieno, ma quelle che io posso, rendo,

benedicendo in eterno il nome suo.