Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/157

Da Wikisource.

Prefazione cxlv

di Marte che v’era, al Foro d’Augusto, dove forse in origine si trovava la statua); tanto più che ora conosciamo nel 1452 una famiglia Marfoli vicinissima al Carcere Mamertino;1 e tanto più che Marforio non cominciò la sua professione di satirico dopo il secolo decimosesto, come afferma il Gregorovius;2 ma di certo, come già abbiamo veduto, al principio di detto secolo, e molto probabilmente anche prima. Col nome, dunque, di codesta famiglia, o di alcuno de’ suoi, fu battezzato Marforio, come appunto Pasquino col nome del sarto, o maestro di scuola, o barbiere che fosse, e come col nome di persone reali e ad esse vicine furono battezzate tutte o quasi tutte le altre statue (Abate Luigi, Madama Lucrezia, Facchino e Babuino),3 le quali, in seconda linea dopo Marforio, fecero da aiutanti di campo a Pasquino.

Fecero, dico, perchè tutta questa brava gente e il suo capitano, nati soprattutto per combattere il dispotismo papale, furono uccisi, come io avevo facilmente profetato, dalla libertà della stampa dopo il 20 settembre 1870. Mentre, infatti, per ogni Conclave le pasquinate (opera per lo più in tale occasione di preti e di frati, e opera spesso così disonesta da scandalizzare anche i meno scrupolosi) inondavano Roma e l’Italia e l’Europa, tanto che con esse sole ci sarebbe da fare una biblioteca; per il Conclave da cui nel 1878 usci eletto Leone XIII, non ce ne fu neppur una: caso questo così notevole e consolante per il Papato spirituale, che sarebbe dovuto bastar


  1. "A. 1452, Nardus Marfoli do centrata S. Adriani, sepultus in S. Maria do Araceli.„ Jacovacci, cit. dal Gregorovius.
  2. Vol. VII, pag. 854.
  3. «Cfr. Cancellieri, Notizie delle due fumose statue ecc.; Roma, 1854. — Por il Babuino pure io erodo probabile una simile etimologia; giacchè questo nome, nel senso di figura contraffatta e deforme, (lasciando anche staro che dovrebbe scrivorsi con due b, mentre ne’ documenti romani s’incontra quasi sempre con un b solo), è affatto estraneo al vero romanesco, che ha costantemente scimmia.