Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/166

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cliv Prefazione

quel giorno,1 e son quasi tutti bellicosi, in onore di Papa Giulio, e contro la Francia e i fautori di lei, come

                              quella nefaria Fiorensa,
Ch'altro che male et scandolo non pensa.

Una Profetia Pasquilli allude alle gravissime perdite dei Francesi, per le quali essi parevano più simili a vinti che a vincitori:2

Itala Gallorum pinguescet sanguine tellus.
Ante novas segetes perlicietur opus.


Ma la facezia volgare si mescola anche qui al tragico e al bellicoso. La gente, per esempio, si affolla per vedere la nova metamorfosi di Pasquino? Ed egli così l’apostrofa:

Quid me sic fictum Martem spectatis? at estis
    Vos asini: non me cernitis? ecce c..o.
Cedite: non ne pudet me sic spectare ca...tem?
    Afferte huc chartas: tergite monstro natos.

E pare che egli non avesse troppo a lodarsi del novo protettore, giacché la prima delle due raccolte citate termina con questi versi:

Je suis Pasquin le malheureux
D'estre tombé es mains d'Angloys:
J'aymasse myeulx estre foireux
Et tomber en main des Franczoys.

L’anno dopo, morto il Papa guerriero e succedutogli il letterato Leon X, Pasquino cambiò la lancia di Marte nella lira d’Apollo; e, secondo le due raccolte ufficiali,3


  1. Carmina ad statuam Pasquini in figuram Martis presenti anno M.D.XII. conversi. (S. 1. e n. di stamp.) — Carmina Apposita Pasquillo M.D.XII. (Idem.)
  2. Guicciardini, Storia d’Italia; lib. X, cap. V.
  3. Carmina apposita Pasquillo anno M.D.XIII. (S. l. e n. di stamp.) - Versi posti a Pasquillo ne lanno M.D.Xiij. (Idem.)