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Sonetti del 1831 203

ER MORTO DEVOTO DE MARIA BBENEDETTA.

     Prima usscì co’ la crosce er chirichetto,
Po’ er prete co’ la stora1 ner’ e ggialla,
Quattro facchini poi cór moccoletto
Smorzat’in mano e ’r catalett’in spalla.

     Uno de questi in capo ar vicoletto
Dà un bottaccio,2 e la cassa je3 trabballa:
E ssi un morto va ggiù dar cataletto,
L’anima è seggno che sta a ccasa calla.4

     Ma la Madonna che5 llui fu ddevoto
Nu’ lo permesse. Er vivo s’ariarza,
E tutt’e ddua sce pònno attaccà er voto.

     Pe’ ttirà ssù li sui, moneta farza
Fa la Madonna e ttanto terramoto,6
Che o de riffe o de raffe7 sce li sbarza.

Roma, 21 novembre 1831.

  1. [Stola. Ma significa anche: “stoia.„]
  2. [Va per le terre.]
  3. [Gli: loro, agli altri tre.]
  4. [Pregiudizio che esiste tuttora. — Casa calda, per “inferno,„ si dice anche a Firenze.]
  5. [Della quale.]
  6. [Strepito.]
  7. [O in un modo o nell’altro. Ma qui è assai comico, perchè propriamente vale: “o per violenza o per frode.„ Cfr. il modo toscano di riffa, e il proverbio toscano anch’esso: Quel che vien di ruffa raffa, se ne va di buffa in baffa.]