Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu/16

Da Wikisource.
6 Sonetti del 1832

ER GROSSO DELL’INCORONAZZIONE.1

     Duncue lo voi sentì si pperché ttosso?
Perchè dd’avanti all’arba inzin’a mmone,
Sò stato a Bbervedé llì de piantone,
Iggnud’e ccrudo e cco’ la guazza addosso.

     Eppoi quann’è stat’ora de dà er grosso,
Ciànno uperto un spirajjo de portone,
Pe’ infilacce un’a uno ar cortilone,
Come se fa a l’agnelli er zegno rosso.

     Ladri futtuti! a mmé mmezzo grossetto
M’hanno dato a lo sbocco der cortile,
E a cquarche ddonna poi fino un papetto.2

     E ar vortà li cartocci in ner bascile,
Se tienevano er fonno immano stretto
Rubbanno un cuartarolo oggni bbarile.3

7 gennaio 1832.

  1. Nella ricorrenza dell’incoronazione del Papa si distribuisce un mezzo paolo [cioè un grosso o grossetto, equivalente a cinque soldi del papetto o lira romana] di elemosina a chi si presenta. A questo fine s’introducono tutti i postulanti nel così detto Cortilone di Belvedere nel Vaticano, e facendoli passare ad uno ad uno è loro dato il grosso.
  2. Ordinariamente le donne non prive di meriti esterni, e capaci di eccitare qualche sentimento di più ne’ pietosi animi de’ distributori, ottengono una elargizione maggiore della consueta, talora per cagioni antecedenti, talora per motivi susseguenti. Nè poi è raro che tra la moltitudine de’ grossi siasi cacciato qualche mezzo-grosso, il quale la mala combinazione fa sempre toccare al vecchio o alla vecchia.
  3. Gli onorevoli distributori, nel votare i cartocci nel recipiente d’onde si tolgono i grossi per distribuirli, sogliono stringerlo con la mano al- quanto al di sopra del fondo, e poi intascano la cartaccia, ove talvolta rimane un quarto dell’intiero. [Il quartarolo è la quarta parte del barile romano.]