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Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu/311

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Sonetti del 1832 301

LO SPECCHIO DER GOVERNO

     Cuanno se vede ch’er Governo nostro
Cammina senza gamme,1 e ttira via:
Cuanno se vede che mmanco Cajjostro2
Saprebbe indovinà cche ccosa sia:

     Cuanno er Zommo Pontescife cià mmostro3
Che cqualunque malanno che sse dia
S’abbi d’arimedià co’ un po’ d’inchiostro,
Co un po’ d’incenzo e cquattro avemmaria:

     Cuanno se vede che lo Stato sbuzzica,4
E cch’er ladro se succhia tutto er grasso,
E ’r Governo lo guarda e nnu lo stuzzica;

     Tu allora che lo vedi de sto passo,
Di’ cch’er Governo è ssimil’a una ruzzica,5
Che ccurre cure sin che ttrova er zasso.


Roma, 28 dicembre 1832

  1. Gambe.
  2. Giuseppe Balsamo, siciliano, cognominato Cagliostro, famoso impostore del sec. XVIII, e tenuto dal volgo per stregone, il quale implicato nella celebre causa della Collana in Parigi, sotto Luigi XVI, morì poi a Roma nel Castel S. Angiolo.
  3. Mostrato.
  4. Il buzzico è qui un piccolo vaso d’olio per uso giornaliero di familia. Quindi il verbo sbuzzicare, cioè: “versare e sparger (nel nostro caso) danaro.„
  5. Ruzzola, disco.