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Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu/76

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66 Sonetti del 1832

ER TRIONFO DE LA RILIGGIONE.1

     Cuer giorno che vvoleveno sti cani2
Levà ar Zommo Pontescife lo scetro,
Lui pe’ mmette coraggio a li Romani
Fesce un giretto attorno de Sampietro.

     Che vvòi vede3 sartà li Bborghisciani4
Sur cel der carrozzone, e avanti, e ddietro!,
E ppe’ rreliquia, da bboni cristiani,
Staccajje ggiù ll’ottoni come vvetro!

     Er Maggiordomo fesce5 a Ppidocchietto,6
Che ddiede un bascio ar Papa: “Eh galantomo,
Cuer culo a lo sportello è un po’ ttroppetto.„

     E Ppidocchio, co’ ttutto7 er pavonazzo,
Disse in cuer tuppetuppe8 ar Maggiordomo:
“Zitto llì vvoi, che nun capite un c....!„

27 gennaio 1832.

  1. Storia del giorno... [21] febbraio 1831. [V. il sonetto precedente.]
  2. I liberali, o rivoltosi come si chiamano.
  3. [Che vuoi vedere...! Equivale a: “Avresti dovuto vedere..!„ E forse è un’ellissi di “Che vuoi vedere di meglio, che...!„]
  4. Abitanti di Borgo, presso il Vaticano.
  5. Fece, cioè: “disse.„
  6. Distinto borghigiano.
  7. Non ostante l’abito, ecc.
  8. [In quel buscherio.]