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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/107

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Sonetti del 1833 97


LI SOFFRAGGI.

     Quanto me1 fanno ride2 tant’e e ttanti
Co’ le su’ divozzion de doppo morte!
E llimosine, e mmesse, e llumi, e ccanti,
E llasscite, e indurgenze d’oggni sorte!

     Nun hanno fatto mai ccusì li santi.
Bbisoggna in vita empissele le sporte;3
Er bene, si lo vòi,4 mànnel’avanti5
A ffàtte6 largo e spalancà le porte.

     Sapete Iddio de llà ccosa v’intona,
Quanno er bene sciarriva pe’ ssiconno?7
“Annate8 via, canajja bbuggiarona.

     La robba vostra me la date adesso,
Perché l’avévio9 da lassà in ner monno,
E nnun potévio10 strascinalla appresso.„

31 ottobre 1833.

  1. Mi.
  2. Ridere.
  3. [In vita bisogna empirsele le sporte: bisogna far provviste.]
  4. Se lo vuoi.
  5. Mandalo avanti.
  6. A farti.
  7. Ci arriva per secondo.
  8. Andate.
  9. Avevate.
  10. Potevate.