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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/111

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Sonetti del 1833 101


ER CORPO ARITROVATO.1

     È una sscèna, per dio, propio una sscèna.
Ma ttutte ar tempo mio s’ha da vedelle!
Pe’ quattr’ossacce senza carn’e ppelle,
S’ha da pijjà la ggente tanta pena!

     E ttutti fanno sta cantasilèna:2
È llui: nun è: sso’ cquelle: nun zo’ cquelle:
È Rraffaelle: nun è Rraffaelle3...
E ttutt’er giorno la Ritonna4 è ppiena.

     Certo, nun dubbità, sso’ ccasi serj!
Come ch’a Rroma sciamancàssin’ossa5
Tramezz’a un venti o un trenta scimiteri!

     Trovi uno schertro6 in de la terra smossa?
Ebbè, ssenza de fà ttanti misteri,
Aribbuttelo drento in de la fossa.

1 novembre 1833.

  1. Le ossa di Raffaello Sanzio. [Ritrovate nel Panteon il 14 settembre 1833. Prima, si credeva appartenuto a Raffaello un cranio che era stato invece d’un canonico, e tutti i visitatori si commovevano davanti a quella falsa reliquia. Cfr. Odescalchi, Istoria del ritrovamento delle spoglie mortali di R. S. ecc.; Roma, 1833.]
  2. Cantilena.
  3. [L’Odescalchi, pag. 18, accenna ai maligni vilissimi (nientemeno!) che negavano per capriccio o per qualche oscuro e sinistro lor fine, che quelle ossa fossero di Raffaello.]
  4. Rotonda. [Il Panteon.]
  5. Ci mancassero ossa.
  6. Scheletro.