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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/228

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218 Sonetti del 1834

ER RE E LA REGGINA1

     Li Romani, nun féta2 una gallina,
Nun pisscia un cane, e nnun ze move un pelo,
Che jje pare che sii la marmottina
Tutta legat’a ggiorno in d’un camelo.3

     Chi è sta patanfrana4 de Reggina!
La sora Pocalìssa der Vangelo?!
Chi è sto Re! cquarche bbestia turchina?!
Quarche ffetta de Ddio sscesa dar celo?!

     Currete, sì, ccurrete, pettirossi,5
Ché ttroverete du’ cosette rare:
Ché vvederete un par de pezzi grossi.

     L’avete visti? Ebbè? cche vve ne pare?
Chi6 antro7 mostro sc’è cche cce la possi
Pe’ le chiappe8 der monno e in cul’ar mare?

23 marzo 1834

  1. Il Re e la Regina vergine di Napoli. [Arrivarono in Roma, dove già da parecchi giorni si trovava la madre del Re, il 20 di marzo 1834, e vi furono raggiunti il 22 dai Principi e dalle Principesse della famiglia. Scopo del loro viaggio fu di assistere nella Capitale del Mondo Cattolico alle venerande funzioni della Settimana Santa e della Pasqua, e dettero "tale esempio di profonda Religione, da muovere ad ammirazione il gran numero de' forestieri, non che i Romani. Intervennero però anche a grandi ricevimenti in casa Borghese e Massimo, e a feste di ballo date in loro onore dalla famiglia Torlonia e dagli Ambasciatori di Francia e d'Austria. Visitarono due volte Gregorio XVI, e ripartirono la mattina del 4 aprile per Napoli, dove giunsero alle 4 e mezzo ant. del 5. Cfr. il Diario di Roma di que' giorni.]
  2. Fetare, colla prima e stretta, viene dal vocabolo féto. La lingua illustre manca di questo verbo, che corrisponde perfettamente al pondre dei Francesi. [Veramente, il Manuzzi e il Tommasèo lo registrano con un esempio di Iacopone, ma lo dichiarano voce antiquata, mentre invece è vivo vivissimo a Roma, in tutta l'Umbria e chi sa in quanti altri luoghi. Gli è che in questo caso i due vocabolaristi hanno preso per norma l'Uso fiorentino, che rifiutano poi in mille e mille altri casi, cadendo perciò necessariamente in milioni d'errori e di contradizioni. Infatti, seguendo l'Uso fiorentino, il verbo fetare non doveva registrarsi punto, perchè al fiorentino non ha mai appartenuto; non seguendolo, come si fa a dire che è morto un vocabolo, che vive in tanta parte d'Italia? Su questi scogli si romperanno sempre le corna tutti coloro che non vogliono accettare la teoria del Manzoni.]
  3. Cammeo.
  4. Patanflana: grossa donna: benchè la povera regina vergine non abbia carne da vendere.
  5. Il pettirosso, uccello la cui curiosità proverbiale lo mette nelle insidie del cacciatore.
  6. Quale.
  7. Altro.
  8. È lepidezza del volgo il divider la terra nelle quattro chiappe del mondo.