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Sonetti del 1834 287


Misure JAMBO JAMBO JAMBO JAMBO JAMBO CESURA
Quantità ᵕ — ᵕ — ᵕ — ᵕ — ᵕ — +
Versi
scanditi
cecà er
vuevè en
deodò em
rirì
ninì
mamà
carì en
venì
doma en
nanà
teetè
ninì
cari
veni
doma
na,
te
ni.
v. 1
v. 2
v. 3
Sillabe 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.


N.B. — Le sillabe non soprassegnate di quantità si elidono colle precedenti, permettendolo ampiamente la musica che nasce dal contatto delle misure dissillabi, che sono sempre jambliche.


Misure ANFIMACRO ANFIMACRO DATTILO SPONDEO
Quantità — ᵕ — — ᵕ — — ᵕ ᵕ — +
Versi scanditi essosò ellalà sola. Ca pite? v. 5
Sillabe 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.


N.B. — In questo verso non abbiamo fra le due prime misure fatto nascere elisione, non troppo bene confacendosi all’indole delle combinazioni di misure trissillabi. Non si è al postutto preteso che il valore di quantità, attribuito a cadauna delle notate sillabe, sia quello a rigore che prosodiacamente dovesse lor convenire sempre ed ovunque: ma come nella poesia italiana il ritmo nasce spontaneo dalla potenza accentuale, cioè dalla varia collocazione degli accenti nella pronunzia delle parole, così abbiamo qui voluto cavare una norma peculiare di quantità prosodiache, le quali in altre circostanze potrebbero variare anche sulle stesse parole diversamente combinate.