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320 Sonetti del 1834

LA COLAZZIONE NOVA

     S’io vojjo fà una bbona colazzione,
Empio la notte un bicchier d’acqua pieno,
Opro li vetri,1 lo metto ar zereno,2
Eppoi vado a rronfà ccome un portrone.

     La matina che vviè, ppijjo un cantone
De paggnotta arifatta3 (che ppiù o mmeno
Fo avanzamme4 la sera quanno sceno),5
L’inzuppo, lo pasteggio,6 e sto bbenone.

     Che vvòi sentì! caffè, ggramola,7 panna,8
Zabbujjone,9 spongato, rossi-d’ova?
Te sa dd’oggni sapor come la manna.

     Domani, Nanna mia, tu vviemme a ttrova,10
E ssenza tanti comprimenti, Nanna,
Tu ssentirai ’na colazzione nova.11

23 aprile 1834

  1. La finestra.
  2. Mettere al sereno una cosa, è semplicemente “esporla all’aria notturna, benchè nuvolosa.„
  3. Stantìa.
  4. Avanzarmi.
  5. Ceno.
  6. Pasteggiare, vale: “mangiare assaporando.„
  7. Gramola e gramolata: sciloppato di frutta ristretto a ghiaccio.
  8. Fior di latte.
  9. Zabaglione: sustanziosa e spiritosa bevanda moderna.
  10. Vienmi a trovare.
  11. A questa colezione da carcerati, veramente un ricco prete conosciuto dall’autore invitò due gentili donne, sorella l’una e moglie l’altra di due amici dell’autore medesimo.