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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/406

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396 Sonetti del 1834

ER PECCATO DE SAN LUVIGGI

     San Luviggi Conzagra1 (si ssò2 vvere
L’istorie de quer mostro d’innoscenza)
Pe’ avé ppreso da lui3 senza liscenza
Poca porvere e un miccio a un zu’4 artijjere,

     Sibbè cch’era5 un riccone e un cavajjere
N’ebbe tanto dolore a la cusscenza,
Che ppiantò er monno e ffesce pinitenza
Peggio che ffussi6 un ladro de mestiere.

     E adesso un colonnello, un capitano,
Scortica vivo vivo un reggimento,
E jj’arrubba la paga der zovrano;

     E tte lo vedi annà7 cquieto e ccontento
Cor zangue che jje gronna8 da le mano,9
Senz’ombra de rimorzo e ppentimento.

21 giugno 1834

  1. Gonzaga.
  2. Se sono.
  3. Da sé, da sé stesso.
  4. Suo.
  5. Benchè era.
  6. Fosse.
  7. Andare.
  8. Gli gronda.
  9. Mano, per “mani.„