Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/70

Da Wikisource.
60 Sonetti del 1833

LA SIGGNORA PITTORA1

     La mi’ padrona (e mmica sce prosume)2
Frabbica scerti cuadri de pittura,
Che ssi vviè3 a Rroma la madre-natura,
Pe’ rrabbia, te dich’io, se bbutta a ffiume.

     Ha inventato una spesce4 de custume
D’arberi, co’ una sorte de figura
De bbestie, che nnun fo ccaricatura
Te farìano5 sbascì6 dde tenerume.7

     È llesta, che ddipiggne per assarto;
E averessi da vede8 cuer cuadrone
Che ffesce jjeri a ttredisciora e un cuarto.

     Er giorn’avanti lei me mannò a ttrova9
Un Monzù a ddimannajje un’istruzzione
Pe’ ffà la lusce de la luna nova.


Roma, 16 maggio 1833

  1. Quel che segue è realmente accaduto a Roma in persona della Principessa Reale di Danimarca.
  2. Ci presume.
  3. Se viene.
  4. Specie.
  5. Farebbero.
  6. Basire.
  7. Tenerezza.
  8. Avresti da vedere.
  9. Mandò a trovare.