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Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu/369

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Sonetti del 1835 359

LA RISPOSTA DE MONZIGGNORE.

     L’unniscèsima vorta ch’io sciaggnéde,1
Ebbe2 arfine la grazzia de l’udienza;
E cche vvòi!,3 ner trovàmmeje4 in presenza,
Fui llì llì cquasi pe’ bbasciàjje er piede.

     Poi je disse:5 “Lustrissimo, Eccellenza,
Nassce de cqui ffin qui, ccome pò vvede6
Dar momoriale, che ppò ffajje fede7
De la ggiustizzia a scàpito innoscenza.„8

     Lui stava quieto; e io: “Dov’è er dilitto?
C’ha ffatto er fijjo mio? fòra le prove:
Nun parlo bbene?.„ E Mmonziggnore zzitto.

     Ner mejjo der discorzo, er carzolaro
Venne a pportajje un par de scarpe nove,
E mme mmannòrno9 via com’un zomaro.

10 ottobre 1835

  1. Che ci andai.
  2. Ebbi.
  3. Vuoi.
  4. Nel trovarmigli.
  5. Gli dissi.
  6. Può vedere.
  7. Può fargli fede.
  8. Ex capite innocentiae.
  9. Mandarono.