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380 Sonetti del 1835

L'AVOCATO COLA

     Ma eh? Cquer povero Avocato Cola!
Da quarche ttempo ggià ss’era ridotto
Che ssì e nnò aveva la camìscia sotto,
E jje toccava a ggastigà la gola.

     Ma ppiuttosto che ddì cquela parola
De carità, ppiuttosto che ffà er fiotto,1
Se venné2 ttutto in zette mesi o otto,
For3 de l’onore e dd’una ssedia sola.

     Mó un scudo, mó un testone, mó un papetto,
Se maggnò,4 ddisgrazziato!, a ppoc’a ppoco
Vestiario, bbiancheria, mobbili e lletto.

     E ffinarmente poi, su cquela ssedia,
Senza pane, senz’acqua e ssenza foco,
Ce serrò ll’occhi e cce morì dd’inedia.5

8 novembre 1835

  1. Piuttosto che andar lagnandosi.
  2. Si vendette.
  3. Fuor.
  4. Si mangiò.
  5. Così fu trovato l’avvocato Carlo Cola dopo alcuni giorni dacchè non erasi più veduto.