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SONETTI DEL 1843
ER DUCA SAPUTO.[1]
Circa ar zor Duca tu discessi,[2] Nina,[3]
Ch’un ometto aggiustato[4] come cquello
Nun ze trova in ner monno, anch’a volello
Cercà da San Giuvanni[5] a Tterrascina.
E io te so arisponne[6] stammatina
Che cquer nostro sor Duca, poverello,
Drent’ar cestone[7] in cammio[8] de scervello
Ce tiè ’na provatura marzolina.[9]
Quanno jerzera je portò Mmadama
Quela tartaruchetta sciuca sciuca,[10]
Sai che jje disse lui? — “Sora salama,[11]
Sta bbèstia nun zi disce tartaruca,
Ma ssi chiama testùccina,[12] si chiama.„
Chi le sa ste cazzate?[13] Ir ziggnor Duca.
19 gennaio 1843.
- ↑ Saccente.
- ↑ Dicesti.
- ↑ [Caterina.]
- ↑ Esatto, assennato.
- ↑ La Basilica di S. Giovanni in Laterano, presso la quale è la porta per cui si esce per viaggiare verso Terracina.
- ↑ Ti so rispondere.
- ↑ Dentro alla testa.
- ↑ In cambio.
- ↑ Noto formaggio, la cui figura simiglia sufficientemente un cervello.
- ↑ Ciuca ciuca: piccola piccola.
- ↑ Signora imbecille.
- ↑ Testuggine. [E per mettere in cacricatura il parlar civile del Duce, dice zi e ssi, invece di ze e sse; e nell’ultimo verso Ir invece di Er.]
- ↑ Scipitezze, affettazioni.