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Sonetti del 1847 401

presto, tu ti metti il lutto per me.„ Ma quell’attacchi è un grosso intoppo; poichè sembra accennare a qualche piccola cosa che realmente si attaccasse a’ morti. E qualcuno mi ha detto che si chiamasse scoruccio una corona del rosario a sette poste, con cui si legano loro le mani; anzi, che così si chiamasse qualunque corona. Ma un romanesco, pieno di spirito, e gran conoscitore del suo dialetto, lo nega risolutamente, e mi scrive: “Ho interrogato un beccamorti mio amico, che da cinquantacinque anni esercita il suo mestiere con passione d’artista, e mi ha risposto che in Roma non si è mai usato di mettere lo scoruccio a quelli che se ne vanno agli altri calzoni, ma che lo scoruccio se lo mettono quelli che rimangono, per c......... quelli sene sono iti.„ Non essendoci però altra via d’uscita, egli inclina a credere che il Belli possa aver voluto, ma di suo arbitrio, accennare alla corona, o anche al crocifisso, che si suoi mettere tra le mani a’ defunti, quando appunto lo scoruccio incomincia.] ^      3 [Troncamento di varda, che si usa spesso per guarda.]      4 [Giacomuccio.]      5 [Mi fece uscir proprio de' gangheri. E scantinà deriva da cantino: lo si capisce dalla frase: toccà uno in ner cantino, che significa: “toccarlo nel debole, toccarlo dove gli dole.„ L' aggiunto poi di in cappella, considerando che con questo vocabolo, quando è usato assolutamente, s' intende sempre la cappella papale, deve voler dire: “solennemente, in modo straordinario, molto;„ ovvero: “dove non avrei dovuto.„]