Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/42

Da Wikisource.
32 Sonetti del 1836

AR ZOR PROFESSOR PAVOLO BARÒNI.1

     S’ariverissce, sor dottor Baròni.
Eh? cche ddirà? Cce chiamerà vvillani,
Pe’ avé ffatto un sproloquio2 ar zor Tavani,3
E a llei finora un ber4 par de c.......5

     Cosa vò!6 co’ sti tempi bbuggiaroni,
Chi ha ppotuto ggirà? mmanco li cani.
Ccusì,7 oggi e ddomani, oggi e ddomani,
So’ sscivolati8 ggià ddu’ mesi bboni.

     Bbasta, speramo che llei nun ce meni.9
E ssimmai je piascéssino10 l’inchini,
N’avémo er collo e ’r cuderizzo11 pieni.

     Sor professore mio, Dio lo distini
A ttrová dapertutto mal de reni,
Cianche12 rotte e mill’antri13 cancherini.

16 marzo 1837.

  1. Distintissimo chirurgo, creato direttore della sanità militare col grado di colonnello.
  2. Lunga cicalata.
  3. Vedi qui avanti il son. intit.: Ar zor Lesandro Tavani.
  4. Bel.
  5. Cioè: “nulla.„
  6. Vuole.
  7. Così.
  8. Sono sdrucciolati via.
  9. In senso di “percuotere.„
  10. E se mai le piacessero.
  11. [Codione]: osso sacro.
  12. Gambe.
  13. Mille altri.