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Sonetti del 1837 | 39 |
L’INCONTRO DER DECANE.1
Ôh, vve trovo a la fine. È un’ora bbona,
Sor Titta,2 che vve scerco dapertutto,
Pe’ ppijjacce3 la solita cacona,4
Come ve piasce a vvoi, de vin’assciutto. —
Nun trattenemme, Andrea, ché mmommó5 ssona
Mezzoggiorno e in cuscina ho da fà ttutto;
E pprima ho da ggirà ppe’ la padrona
A ordinà ppe’ stasera er mezzo-lutto. —
Perché? — Pp’er ballo da l’imbasciatore. —
Ma mmezzo-lutto che vvò ddì, ssor Titta? —
Che! nu’ lo sai? Vò ddì mmezzo dolore.
Quanno una vedovella sderelitta6
Vò acconcijjà7 la conveggnènza e ’r core,
Va a bballà mmezz’alegra e mmezz’affritta.
18 gennaio 1837.
- ↑ “Decano, de’ servi d’una famiglia; ma per omaggio su suole concedere questo titolo a qualunque altro servitore, al modo che si dà del reverendissimo ad ogni fratazzuolo.„ Così lo stesso Bellli in un altro sonetto.]
- ↑ Signor Giambattista.
- ↑ Per pigliarci.
- ↑ Imbriacatura.
- ↑ [Mo mo]: or ora.
- ↑ Derelitta.
- ↑ Vuol conciliare.