Vai al contenuto

Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/128

Da Wikisource.
118 Sonetti del 1832

LI SANTI GROSSI.

     Quer zacconaccio1 indóve ciariscoto2
Er giulio3 pe’ mmi’ soscero la festa,
Nun za4 de santi che cce n’è una scesta
Che pponno dà in ner .... a Ssanto Tòto.

     San Rocco è pprotettore de la pesta:
Sant’Emidio protegge er terramoto:
Santa Bbibbiana sta ssopra la testa:
Santa Luscia sull’occhi. Eppoi te noto

     Pe’ la gola San Biascio, pe’ li denti
Sant’Appollonia, e Ssant’Andrea Vellino
Pe’ cchi mmore, Dio guardi, d’accidenti.

     Pe’ li morti-de-fame San Carlino,5
Sant’Anna pe’ le donne partorienti,
E ppe’ li maritati San Martino.6

10 gennaio 1832.

  1. Confratello de’ Sacconi nella chiesa di S. Teodoro, chiamata volgarmente Santo Tòto.
  2. Ci riscuoto.
  3. [Un paolo, poco più di mezza lira.]
  4. Non sa.
  5. Un carlino è in Roma moneta da sette baiocchi e mezzo.
  6. Nel giorno di S. Martino dicesi per ischerzo farsi la processione de’ cor.....